martedì 23 febbraio 2016

Montalbano, nuova stagione su RaiUno: la new entry Sonia Bergamasco è Livia

Doppio appuntamento per il ritorno de Il commissario Montalbano: per i prossimi due lunedì sera (29 febbraio e 7 marzo) Luca Zingaretti riprende i panni del personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri.

Nel primo appuntamento, Una faccenda delicata (tratto da Un mese con Montalbano e Gli arancini di Montalbano), indaga sullo strangolamento di una prostituta attempata, mentre ne La piramide di fango (trasposizione del romanzo omonimo) fa luce su un giro di corruzione nel settore edilizio. La più grande novità per questa «icona della fiction», come la descrive Tinni Andreatta, direttore di Rai Fiction, riguarda l’arrivo di Sonia Bergamasco, reduce dal successo di Quo Vado, nel ruolo di Livia, compagna storica del protagonista (interpretata prima dall'austriaca Katharina Bohm e poi dalla svedese Lina Perned). «Mi sono inserita nel gioco di squadra e nella perfezione della scrittura. Ho voluto che Livia parlasse italiano, rinsaldasse il rapporto con Salvo e avesse in questa sua maturità una forma di sorriso».  Ma com’è cambiato Montalbano in questi due decenni di successi tv? «È l’Italia a essere cambiata – spiega il suo interprete – in 20 anni più di quanto non abbia fatto negli ultimi 200, quindi anche la storia è diventata più cupa e buia, una metafora con cui un intellettuale racconta la sua visione del mondo». Il pubblico, quindi, può tirare un sospiro di sollievo, ritrovando il commissario di sempre, che piace proprio per questo: «Resta estremamente seducente perché allo specchio si chiede di cosa ha bisogno per essere felice e non va dietro alla macchina o al telefonino. Le donne lo vorrebbero vicino e gli uomini vorrebbero somigliargli. E non ha il cartellino con il prezzo, in questo ricorda mio nonno: gli avevano offerto il triplo del valore della sua casa perché ci volevano fare un attico e superattico ma ha detto no, perché era il posto dove ha sempre vissuto e dove voleva morire».  Per ora, insomma, nessun abbandono all’orizzonte: «Nel 2008 – ricorda Zingaretti – pensavo di smetterla, ma poi questo personaggio mi mancava. Con lui mi diverto, lo considero un’esperienza di vita e se un giorno dovessi stancarmi allora non lo farò più». Se il capitolo finale del commissario, già scritto da Camilleri e letto dalla produzione della serie in gran segreto, arrivasse al cinema «ne saremmo tutti felici – conclude l’attore – ma nella cura di prepararlo cambierebbe poco».

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